Giorno 1
Italia - Caracas
Partenza dall’Italia con volo di linea per Caracas, via scalo europeo. All’arrivo incontro con il nostro rappresentante in loco, trasferimento in hotel e pernottamento. Pasti liberi.
Giorno 2
Caracas - Puerto Ayacucho
Prima colazione e trasferimento all’aeroporto Caracas e imbarco sul volo Conviasa per Puerto Ayacucho (1h30 ora circa di volo). Puerto Ayacucho, fondata nel 1924 da un ingegnere, Santiago Aguerrevere, è l'unica città e capitale dello stato "Amazonas". All’arrivo breve tour panoramico di Puerto Ayacucho con il mercato indigeno e trasferimento in hotel.
Giorno 3
Puerto Ayacucho - Samariapo, inizio della navigazione
Partenza via terra per il porto di Samariapo, a circa 60 km da Puerto Ayacucho, da dove ci imbarchiamo su un “bongo”, la tipica imbarcazione locale. Comincia da qui la navigazione lungo il fiume Orinoco, il terzo più grande dell’America Latina con i suoi oltre 2000 km di lunghezza. Quando nel 1799 Alexander Von Humboldt arrivò in Venezuela sulla sua nave “Pizarro”, fu irrimediabilmente attratto dall’Orinoco, che decise di seguire in una fantastica spedizione che lo portò ad annotare sul suo taccuino la geografia, la flora, la fauna e i popoli che incontrò sul suo percorso. Ed
Partenza via terra per il porto di Samariapo, a circa 60 km da Puerto Ayacucho, da dove ci imbarchiamo su un “bongo”, la tipica imbarcazione locale. Comincia da qui la navigazione lungo il fiume Orinoco, il terzo più grande dell’America Latina con i suoi oltre 2000 km di lunghezza. Quando nel 1799 Alexander Von Humboldt arrivò in Venezuela sulla sua nave “Pizarro”, fu irrimediabilmente attratto dall’Orinoco, che decise di seguire in una fantastica spedizione che lo portò ad annotare sul suo taccuino la geografia, la flora, la fauna e i popoli che incontrò sul suo percorso. Ed è proprio sulla scia della Pizarro che ci muoveremo noi, scoprendo l’Amazzonia con la stessa sorpresa del suo primo esploratore. Sosta per la notte a San Pedro.Pernottamento in posada/rifugio o casa familiare.
Giorno 4
da San Pedro a San Fernando de Atabapo, la vecchia capitale dell'Amazzonia
La navigazione prosegue verso San Fernando de Atabapo una volta centro principale della provincia amazzonica venezuelana, tanto da esserne stata la capitale per circa 70 anni, prima che questa venisse spostata a Puerto Ayacucho. San Fernando de Atabapo visse un’epoca di grande fervore economico nei primi anni del 900 con l’arrivo del colonnello Tomàs Funes, che qui divenne il principale proprietario terriero e commerciante di caucciù. Oggi, invece, la cittadina rappresenta il punto di riferimento per chi, come noi, sta per addentrarsi nel cuore della foresta amazzonica. Questa sosta è
La navigazione prosegue verso San Fernando de Atabapo una volta centro principale della provincia amazzonica venezuelana, tanto da esserne stata la capitale per circa 70 anni, prima che questa venisse spostata a Puerto Ayacucho. San Fernando de Atabapo visse un’epoca di grande fervore economico nei primi anni del 900 con l’arrivo del colonnello Tomàs Funes, che qui divenne il principale proprietario terriero e commerciante di caucciù. Oggi, invece, la cittadina rappresenta il punto di riferimento per chi, come noi, sta per addentrarsi nel cuore della foresta amazzonica. Questa sosta è fondamentale per validare e confermare tutti i permessi necessari per continuare la spedizione. Pernottamento a San Fernando.
Giorno 5
Da San Fernando lungo il fiume Atabapo fino a Santa Cruz
Iniziamo la navigazione lungo il fiume Atabapo, affluente dell’Orinoco e proseguimento della frontiera naturale fra Colombia e Venezuela. Prima di lasciare il fiume Atabapo facciamo sosta a Santa Cruz per la notte.
Giorno 6
Navigazione sul fiume Temi e arrivo a Yavita
Quando il corso del fiume si restringe è il momento di deviare la navigazione sul fiume Temi, fino a raggiungere il porto di Yavita che raggiungeremo nel pomeriggio. Notte presso una comunità indigena di Yavita. Pernottamento in amaca con zanzariera.
Giorno 7
Visita della multietnica Maroa
Lasciamo per un momento le vie d’acqua in favore di un trasferimento via terra in furgoncino, per respirare a pieni polmoni l’aria della foresta. I km che ci separano da Maroa verranno percorsi su piste dal fondo stradale sconnesso che renderanno piuttosto lunga la traversata: circa 5 ore. Maroa è una cittadina multietnica adagiata sulle rive del fiume Guanìa, che per la sua posizione vanta una ricchissima biodiversità sia tra le specie di uccelli che di piante: si potranno vedere tanti tipi di bromelie, funghi, orchidee e la “Flor de Maroa”. Pernottamento in amaca con
Lasciamo per un momento le vie d’acqua in favore di un trasferimento via terra in furgoncino, per respirare a pieni polmoni l’aria della foresta. I km che ci separano da Maroa verranno percorsi su piste dal fondo stradale sconnesso che renderanno piuttosto lunga la traversata: circa 5 ore. Maroa è una cittadina multietnica adagiata sulle rive del fiume Guanìa, che per la sua posizione vanta una ricchissima biodiversità sia tra le specie di uccelli che di piante: si potranno vedere tanti tipi di bromelie, funghi, orchidee e la “Flor de Maroa”. Pernottamento in amaca con zanzariera. Nb. Durante il trasferimento sul mezzo di terra i passeggeri verranno sistemati in parte sui sedili anteriori vicino all’autista, e in parte sulle panche posteriori. Sarà un trasferimento avventuroso.
Giorno 8
Incontro con la tribù dei Curripaca
La navigazione riprende questa volta sul fiume Guanìa. Poco dopo aver superato il punto di controllo della comunità Solano cominciamo ad incontrare le prime tribù indigene dei Curripacas (o kurripako), che arrivarono qui in seguito al grande esodo che derivò dallo sfruttamento nelle piantagioni di caucciù e di lattice in Amazzonia. L’intervento di evangelizzazione da parte dei missionari ha avuto un forte impatto sulla comunità Curripaca, che tuttavia è riuscita a conservare la sua visione tradizionale del mondo. Questa dualità si nota anche nel linguaggio: nonostante non manchi chi
La navigazione riprende questa volta sul fiume Guanìa. Poco dopo aver superato il punto di controllo della comunità Solano cominciamo ad incontrare le prime tribù indigene dei Curripacas (o kurripako), che arrivarono qui in seguito al grande esodo che derivò dallo sfruttamento nelle piantagioni di caucciù e di lattice in Amazzonia. L’intervento di evangelizzazione da parte dei missionari ha avuto un forte impatto sulla comunità Curripaca, che tuttavia è riuscita a conservare la sua visione tradizionale del mondo. Questa dualità si nota anche nel linguaggio: nonostante non manchi chi conosce lo spagnolo, la lingua più diffusamente parlata è il kurripako, che appartiene alla famiglia linguistica Arawak. Pernottamento presso una comunità di Curripaca, con sistemazione in amache con zanzariere.
Giorno 9
Navigazione sul "Brazo Casiquiare"
Proseguiamo ancora la navigazione sul fiume Guania fino al punto in cui le sue acque si mescolano con quelle del Casiquiare, formando il Rio Negro, tanto acclamato nei resoconti delle spedizioni di Alexander Von Humboldt. Il Casiquiare ha delle caratteristiche tanto rare da essere definito braccio – el brazo Casiquiare – piuttosto che fiume. Unisce infatti due bacini idrografici, l’Orinoco e il Rio delle Amazzoni, che scorrono in senso inverso. Navigando fino alla comunità di Curimakare dove ci fermeremo per la notte. Sistemazione in amache con zanzariere
Giorno 10
Navigazione sul "Brazo Casiquiare" e sul mitico fiume Pasimoni
Accompagnati dalla mitologia indigena possiamo quindi continuare la navigazione sul leggendario rio Casiquiare e sulle acque scure e pescose del fiume Pasimoni, che nasce dalla catena montuosa del Tepuy della Neblina. Dopo una navigazione di circa 7 ore ci fermiamo su una spiaggia del Pasimoni dove monteremo il nostro campo, non distante dal nostro obiettivo della comunita Yanomami. Sistemazione in amache con zanzariere
Giorno 11
Arrivo allo Shabono della comunita indigena Yanomami
Proseguimento sulle acque del Rio Pasimoni nel pomeriggio arriveremo allo shabono: una unica, gigantesca, straordinaria casa-villaggio comune costruita in foglie di palma e legno e utilizzata dagli indigeni Yanomami: al suo interno vivono le famiglie della tribù in capanne disposte in forma circolare o rettangolare intorno ad una “piazza”, uno spazio centrale e aperto dove si svolge la vita collettiva. Uno shabono è il primo indizio di salute per una tribù Yanomami: questo si dilata o si restringe nelle dimensioni con lo stesso ritmo con cui le famiglie si allargano o si riducono, come
Proseguimento sulle acque del Rio Pasimoni nel pomeriggio arriveremo allo shabono: una unica, gigantesca, straordinaria casa-villaggio comune costruita in foglie di palma e legno e utilizzata dagli indigeni Yanomami: al suo interno vivono le famiglie della tribù in capanne disposte in forma circolare o rettangolare intorno ad una “piazza”, uno spazio centrale e aperto dove si svolge la vita collettiva. Uno shabono è il primo indizio di salute per una tribù Yanomami: questo si dilata o si restringe nelle dimensioni con lo stesso ritmo con cui le famiglie si allargano o si riducono, come in un grande respiro comune. Pernottamento in amache con zanzariere.
Giorno 12
Incontro con gli Yanomami
Durante la colazione ci prepareremo all’incontro con gli Yanomami, gli unici nativi della regione ad aver conservato praticamente intatte tutte le proprie tradizioni ancestrali, i rituali e le credenze, vivendo immersi in un mondo abitato dagli xapiripë, gli spiriti della foresta.La grande maggioranza degli Yanomami - una delle nazioni indigene più grandi d’Amazzonia - vive ancora, come secoli fa, nelle foreste più remote a cavallo fra il Brasile e il Venezuela, con scarsi contatti col mondo dei bianchi. Gli Yanomami usano il fiume per entrare in contatto con altre popolazioni, ma
Durante la colazione ci prepareremo all’incontro con gli Yanomami, gli unici nativi della regione ad aver conservato praticamente intatte tutte le proprie tradizioni ancestrali, i rituali e le credenze, vivendo immersi in un mondo abitato dagli xapiripë, gli spiriti della foresta.La grande maggioranza degli Yanomami - una delle nazioni indigene più grandi d’Amazzonia - vive ancora, come secoli fa, nelle foreste più remote a cavallo fra il Brasile e il Venezuela, con scarsi contatti col mondo dei bianchi. Gli Yanomami usano il fiume per entrare in contatto con altre popolazioni, ma generalmente non si allontanano mai dal confortevole abbraccio di questa parte di Amazzonia. I pochi che sono scesi sul Casiquiare viaggiano abbastanza spesso alle città dei napëpë (letteralmente “i nemici, gli estranei”: cioè i bianchi e i criollos). Conoscono e usano vestiti, scarpe, fucili, motori, machete; ma usano anche gli archi, le frecce intrise di veleno “curaro”, le pitture corporali, gli orecchini e i bracciali tradizionali. Pernottamento nel villaggio per condividere parte della loro cultura, conoscere i loro usi e costumi, respirare la vita al villaggio come dei veri pionieri. La nottata sulle amache non sarà forse confortevole, ma ci permetterà di lasciarci avvolgere nello stile di vita senza tempo degli Yanomami.
Giorno 13
Saluto alla comunità Yanomami e ripresa della navigazione
Dopo la consegna dei regali alla comunità Yanomami riprenderemo la navigazione verso una vicina spiaggetta fluviale, dove ci accamperemo per la notte. Sarà un’occasione per elaborare tutte le emozioni vissute finora, per godersi i rumori della foresta e per assaporare gli ultimi momenti nel cuore di questa regione sperduta. Pernottamento in amache con zanzariere.
Giorno 14
Lungo il Pasimoni e il Casiquiare fino a San Carlos de Rio Negro
Questa mattina la navigazione comincerà molto presto per discendere lungo i fiumi Pasimoni e Casiquiare, che seguiremo per circa 8 ore fino a raggiungere San Carlos de Rio Negro, una cittadina multietnica dalle casette in legno. Abbiamo insomma percorso una buona parte di quella che fu la spedizione di Humboldt in queste terre… se pensate che le difficoltà non siano mancate, provate a immaginare come doveva essere ad inizio Ottocento, quando ancora nessun europeo era arrivato fin qua!Pernottamento in amache con zanzariere.
Giorno 15
Rientro in volo a Caracas
Da San Carlos in giornata partenza con volo noleggiato solo per la nostra spedizione in direzione dell’aeroporto di Charallave (47 km a sud di Caracas e 70 dall’aeroporto internazionale). All’arrivo incontro con il nostro autista e trasferimento in hotel zona aeroporto internazionale di Caracas. Pernottamento in hotel.
Giorno 16
Rientro in Italia
Trasferimento privato in aeroporto secondo l’orario di partenza del volo per l’Italia.
Giorno 17
Arrivo in Italia
Arrivo in Italia e fine del tour. Amazzonia e comunità indigene. Foto di Paolo Brovelli