Giorno 1
Italia - Baku
Partenza al mattino da Milano Malpensa con volo di linea via scalo europeo. Arrivo in serata, disbrigo delle formalità d’ingresso, accoglienza da parte dell’organizzazione locale e trasferimento privato in hotel. Pasti a bordo. Pernottamento in hotel. NB: è possibile anche la partenza dall’aeroporto di Roma Fiumicino senza supplemento tariffario e in base alla disponibilità. È possibile anche la partenza da altri aeroporti italiani con supplemento tariffario.
Giorno 2
Baku: la città divisa tra Oriente e Occidente
La capitale dell’Azerbaigian sorge su un golfo del Mar Caspio e fonde eterogenei elementi culturali europei e asiatici. Il termine Baku potrebbe derivare dal persiano bad kube (città dei venti) o dall’antica parola caucasica bak (sole/dio), possibile allusione al suo ruolo di centro del culto del fuoco sin dai tempi più antichi. La città visse i primi momenti di gloria nel XIII secolo quando divenne capitale sotto la dinastia degli Shirvanshah. La sua fortuna moderna è dovuta all’estrazione del petrolio che fu avviata già nel 1872 sotto l’Impero Russo. Baku sta vivendo un vero e
La capitale dell’Azerbaigian sorge su un golfo del Mar Caspio e fonde eterogenei elementi culturali europei e asiatici. Il termine Baku potrebbe derivare dal persiano bad kube (città dei venti) o dall’antica parola caucasica bak (sole/dio), possibile allusione al suo ruolo di centro del culto del fuoco sin dai tempi più antichi. La città visse i primi momenti di gloria nel XIII secolo quando divenne capitale sotto la dinastia degli Shirvanshah. La sua fortuna moderna è dovuta all’estrazione del petrolio che fu avviata già nel 1872 sotto l’Impero Russo. Baku sta vivendo un vero e proprio boom economico e l’affascinante città vecchia, riconosciuta Patrimonio dell’Umanità UNESCO, circondata da sempre nuovi moderni e alti edifici, sta diventando una specie di “city” finanziaria. Visita della città: la Via dei Martiri (Shaidler Xiyabani), con il monumento commemorativo dedicato a coloro che furono uccisi dall’armata Rossa nel 1990; il Belvedere di Highland Park, con la superba vista panoramica della città; la Torre della Vergine, una torre in pietra dalla forma affusolata alta 29 m, la cui forma attuale risale al XII secolo; il Palazzo degli Shirvanshah, un affascinante complesso di edifici in pietra arenaria, risalenti in gran parte al XV sec, che fu la sede della dinastia che regnò nel nord-est dell’Azerbaigian durante il Medioevo; il Museo dei Tappeti, ospitato in un imponente palazzo neoclassico, che ripercorre la storia della manifattura dei tappeti in Azerbaigian ed espone più di mille splendidi esemplari rari provenienti anche dall’Iran e dal Dagestan; il Mugham Center istituito per promuovere nel mondo la musica popolare azera, proclamata dall’UNESCO “Capolavoro del Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità”; passeggiata tra le vie pedonali dell’elegante centro cittadino. Pranzo libero, cena in hotel o ristorante locale. Pernottamento in hotel.
Giorno 3
Verso la Penisola di Absheron per la visita del Tempio del Fuoco di Ateshgah e alla "Montagna di Fuoco"
Partenza verso est per la Penisola di Absheron disseminata di vecchie istallazioni petrolifere: arrugginite torri di trivellazione che riempiono l’orizzonte come curiose sculture astratte. Già nel XIII secolo Marco Polo citava nelle sue cronache la Penisola di Absheron con le sue numerose sorgenti di gas naturale. Visita del Tempio del Fuoco di Ateshgah che si trova su una sorgente di gas naturale che per secoli fu ritenuta sacra dagli zoroastriani. Il tempio, che risale al XVIII sec, fu costruito da adepti indiani che praticavano forme estreme di ascetismo e che vivevano nel
Partenza verso est per la Penisola di Absheron disseminata di vecchie istallazioni petrolifere: arrugginite torri di trivellazione che riempiono l’orizzonte come curiose sculture astratte. Già nel XIII secolo Marco Polo citava nelle sue cronache la Penisola di Absheron con le sue numerose sorgenti di gas naturale. Visita del Tempio del Fuoco di Ateshgah che si trova su una sorgente di gas naturale che per secoli fu ritenuta sacra dagli zoroastriani. Il tempio, che risale al XVIII sec, fu costruito da adepti indiani che praticavano forme estreme di ascetismo e che vivevano nel caravanserraglio di forma pentagonale che circondava l’edificio sacro. Il particolare più interessante del tempio è il focolare di pietra con quattro condotte laterali che sputano fiamme. Visita della Montagna di Fuoco (Yanar Dag), una delle attrattive più singolari della penisola, dove esiste ancora una fiamma che brucia ininterrottamente e che crea un muro di fuoco lungo 10 metri. Purtroppo oggi quasi tutte le sorgenti di gas naturale sono estinte a causa della ridotta pressione sotterranea provocata dall’estrazione del petrolio. Rientro a Baku nel pomeriggio e visita al monumento di Azim Azimzadeh e il Museo Archeologico ed Etnografico di Qala. Pranzo libero, cena in hotel o ristorante locale. Pernottamento in hotel.
Giorno 4
Verso Sheki, passando per il villaggio di Maraza, per il città di Shemakha, antica capitale degli Shirvanshah e il pittoresco villaggio di Lahic
Partenza verso nord-ovest per Sheki. Lungo il percorso sosta nel villaggio di Maraza per la visita del Mausoleo di Diri Baba. Si prosegue per la città di Shemakha, per secoli centro di cultura e di scambi mercantili, nonché l’antica capitale degli Shirvanshah. Purtroppo terremoti, incendi e invasioni hanno lasciato poco del suo grandioso passato. Visita della Moschea del Venerdì e del Cimitero degli Shirvanshah. Si continua lungo una strada di campagna che attraversa un paesaggio di colline ricoperte da fitti boschi ai piedi delle montagne del Caucaso. Breve deviazione verso nord per il
Partenza verso nord-ovest per Sheki. Lungo il percorso sosta nel villaggio di Maraza per la visita del Mausoleo di Diri Baba. Si prosegue per la città di Shemakha, per secoli centro di cultura e di scambi mercantili, nonché l’antica capitale degli Shirvanshah. Purtroppo terremoti, incendi e invasioni hanno lasciato poco del suo grandioso passato. Visita della Moschea del Venerdì e del Cimitero degli Shirvanshah. Si continua lungo una strada di campagna che attraversa un paesaggio di colline ricoperte da fitti boschi ai piedi delle montagne del Caucaso. Breve deviazione verso nord per il pittoresco villaggio di Lahic noto soprattutto per la bravura dei suoi artigiani nel lavorare il rame. Nel XIX secolo vi vivevano circa duecento artigiani; i tappeti e gli oggetti in metallo prodotti a Lahic venivano venduti a caro prezzo persino nel bazar di Baghdad. Gli anziani del villaggio parlano un dialetto più simile al farsi che all’azero, e affermano con orgoglio che il nome Lahic deriva da quello della città di Lahijun, situata sulla sponda iraniana del Mar Caspio, dalla quale si dice che i loro antenati emigrarono circa 1.000 anni fa portando con sé le loro conoscenze sulla lavorazione del rame. Visita del pittoresco villaggio con le numerose botteghe artigiane che affollano l’acciottolata via del centro. Si prosegue per Ivanovka, l’ultimo villaggio in Azerbaijan con una popolazione significativa appartenente alla comunità religiosa etnica russa dei molokan. Arrivo in serata a Sheki, incantevole cittadina addormentata tra verdi montagne.Pranzo libero, cena in hotel o ristorante locale. Pernottamento in hotel.
Giorno 5
Sheki, l'incantevole cittadina azera e il vicino villaggio di Kish con l'antica chiesa albana
Visita dei principali siti d’interesse della città: il Palazzo del Khan, un edificio a due piani ultimato nel 1762, la cui splendida facciata è impreziosita da una costruzione a volta con stalattiti d’argento e motivi geometrici di colore blu; il Museo di Storia e Cultura Locale, che contiene reperti archeologici, artefatti etnici e delle commoventi sezioni sulla seconda guerra mondiale e il Karabakh; lo storico Karavansaray, un magnifico caravanserraglio con un porticato a due piani, dagli imponenti archi, che racchiude un grazioso cortile centrale. Nel pomeriggio escursione al vicino
Visita dei principali siti d’interesse della città: il Palazzo del Khan, un edificio a due piani ultimato nel 1762, la cui splendida facciata è impreziosita da una costruzione a volta con stalattiti d’argento e motivi geometrici di colore blu; il Museo di Storia e Cultura Locale, che contiene reperti archeologici, artefatti etnici e delle commoventi sezioni sulla seconda guerra mondiale e il Karabakh; lo storico Karavansaray, un magnifico caravanserraglio con un porticato a due piani, dagli imponenti archi, che racchiude un grazioso cortile centrale. Nel pomeriggio escursione al vicino villaggio di Kish per la visita della Chiesa Albana, con il caratteristico campanile di forma tondeggiante, restaurata e trasformata in un museo molto interessante. È il posto ideale per imparare qualcosa sulla misteriosa Albania caucasica. In realtà il sito dove sorge la chiesa risale a un periodo di gran lunga anteriore all’epoca cristiana, con resti di tombe risalenti probabilmente all’Età del Bronzo. Nei vicoli acciottolati nei dintorni della chiesa si incontrano anziani che indossano piatti copricapo e donne che trasportano l’acqua nei tradizionali contenitori (guyum). Pranzo libero, cena in hotel o ristorante locale. Pernottamento in hotel. La città di Sheki in origine era situata in un punto più elevato della valle, dove ora sorge il villaggio di Kish, importante centro dell’antico Regno di Aran, chiamato anche Albania caucasica, che cominciò a emergere intorno al IV secolo a.C.. Convertitisi al cristianesimo intorno al 325 d.C., gli Albàni furono successivamente islamizzati e turchizzati fino a divenire gli attuali Azeri. Nel 1740 Sheki divenne capitale di un khanato indipendente e continuò a prosperare, come importante nodo commerciale, anche sotto l’Impero Russo. Infatti Sheki sorgeva nel punto in cui la via carovaniera tra Baku e Tbilisi incrociava la strada che, attraversando le montagne, raggiungeva Derbent nel Dagestan.
Giorno 6
Verso Ganja, la città del poeta nazionale Nizami
Partenza verso sud-ovest per Ganja. Si attraversa la monotona pianura centrale dell’Azerbaijan costituita da distese di steppe desolatamente piatte, zone semidesertiche e paludi salmastre. Ganja, la seconda città dell’Azerbaijan, famosa per aver dato i natali al poeta nazionale Nizami (1141-1209). Semidistrutta da una serie di terremoti e rasa al suolo dai mongoli nel 1231, la città visse un nuovo periodo di splendore nel XVIII secolo, come capitale di uno dei tanti khanati indipendenti dell’Azerbaijan, prima di cadere sotto il dominio russo nel 1804. Da un edificio che oggi ospita
Partenza verso sud-ovest per Ganja. Si attraversa la monotona pianura centrale dell’Azerbaijan costituita da distese di steppe desolatamente piatte, zone semidesertiche e paludi salmastre. Ganja, la seconda città dell’Azerbaijan, famosa per aver dato i natali al poeta nazionale Nizami (1141-1209). Semidistrutta da una serie di terremoti e rasa al suolo dai mongoli nel 1231, la città visse un nuovo periodo di splendore nel XVIII secolo, come capitale di uno dei tanti khanati indipendenti dell’Azerbaijan, prima di cadere sotto il dominio russo nel 1804. Da un edificio che oggi ospita l’istituto agrario cittadino, nel 1918 venne proclamata la Repubblica Democratica dell’Azerbaijan, e per alcuni mesi Ganja fu la sua prima capitale. Visita dei principali siti d’interesse della città: la grande piazza centrale circondata da edifici di epoca staliniana tra i quali spicca il Municipio e il grandioso Hotel Ganja; la Moschea di Shah Abbas, del XVII secolo; la Chiesa Ortodossa; il Mausoleo di Nizami, eretto nel 1991, una torre funeraria che come forma ricorda un’astronave, circondata da una serie di sculture che rappresentano alcune scene tratte dalle opere del famoso poeta; la Casa delle Bottiglie, uno stranissimo edificio coperto d’edera creato da Ibrahim Dzhafarov utilizzando 50.000 bottiglie di birra, spumante e acqua minerale. Pranzo libero, cena in hotel o ristorante locale. Pernottamento in hotel.
Giorno 7
Di ritorno a Baku passando per la Riserva dei Petroglifi di Qobustan
Partenza verso est per Baku. Sosta lungo il percorso per la visita della Riserva dei Petroglifi di Qobustan (Patrimonio dell’Umanità UNESCO), dove una serie di grotte conservano numerosi petroglifi risalenti a circa 12.000 anni fa quando una comunità di cacciatori-raccoglitori si insediò nella zona. I temi più comunemente raffigurati sono il bestiame, gli animali selvatici e varie figure umane, soprattutto sciamani. Si continua per la visita di un curioso gruppetto di piccoli vulcani di fango: montagnole di forma conica che eruttano un fango denso, freddo e grigio. Rientro a Baku. Pranzo
Partenza verso est per Baku. Sosta lungo il percorso per la visita della Riserva dei Petroglifi di Qobustan (Patrimonio dell’Umanità UNESCO), dove una serie di grotte conservano numerosi petroglifi risalenti a circa 12.000 anni fa quando una comunità di cacciatori-raccoglitori si insediò nella zona. I temi più comunemente raffigurati sono il bestiame, gli animali selvatici e varie figure umane, soprattutto sciamani. Si continua per la visita di un curioso gruppetto di piccoli vulcani di fango: montagnole di forma conica che eruttano un fango denso, freddo e grigio. Rientro a Baku. Pranzo libero, cena in hotel o ristorante locale. Pernottamento in hotel.
Giorno 8
Quba e Xinaliq: il villaggio sulla catena montuosa del Grande Caucaso
Partenza verso nord lungo la pianura costiera del Mar Caspio, l’antica rotta commerciale tra Derbent (in Dagestan, Russia) e Baku. Il piatto paesaggio semidesertico muta in modo improvviso e inaspettato con la torreggiante sagoma del Beshbarmag Dag (“Monte delle Cinque Dita”, 520 m). Salita opzionale sulla cima del sacro monte (dal parcheggio occorrono circa 15 minuti di salita su traballanti scalette di metallo), composto da una manciata di spuntoni rocciosi, per poter ammirare la splendida vista sul Mar Caspio e per poter assistere alle particolari dimostrazioni di fede dei pellegrini
Partenza verso nord lungo la pianura costiera del Mar Caspio, l’antica rotta commerciale tra Derbent (in Dagestan, Russia) e Baku. Il piatto paesaggio semidesertico muta in modo improvviso e inaspettato con la torreggiante sagoma del Beshbarmag Dag (“Monte delle Cinque Dita”, 520 m). Salita opzionale sulla cima del sacro monte (dal parcheggio occorrono circa 15 minuti di salita su traballanti scalette di metallo), composto da una manciata di spuntoni rocciosi, per poter ammirare la splendida vista sul Mar Caspio e per poter assistere alle particolari dimostrazioni di fede dei pellegrini azeri che vi giungono per chiedere fortuna, figli, guarigioni… ricorrendo a un misto di preghiere, offerte e canti, e baciando le rocce sulla base di credenze animiste. Si prosegue verso nord per la tranquilla cittadina di Quba da dove inizia l’escursione al villaggio di montagna di Xinaliq (2.300 m) le cui case di pietra sono spesso avvolte da una coltre di nubi che crea una suggestiva atmosfera medioevale. Quando le nubi si dissolvono ci si accorge di stare sulla cima di una montagna da dove si possono ammirare panorami mozzafiato a 360 gradi sulla magnifica catena del Grande Caucaso. Gli orgogliosi abitanti di Xinaliq svolgono ancora oggi molte delle loro attività a cavallo, vivono essenzialmente di pastorizia e parlano una lingua tutta loro (il ketsh). Rientro a Quba nel tardo pomeriggio. Pranzo libero, cena in hotel o ristorante locale. Pernottamento in hotel. .
Giorno 9
Sulla strada di rientro a Baku, visita del villaggio di Krasnaya Sloboda dove vive una singolare comunità ebraica
Visita di Quba, una tranquilla cittadina che sorge sulla cima di una parete rocciosa in posizione dominante rispetto al fiume Qudiyalcay. Passeggiata lungo le silenziose vie fiancheggiate dalle case russe del XIX secolo e da numerose moschee come la variopinta Moschea di Haci Cafar e la singolare Moschea di Cuma, a pianta ottagonale, con la caratteristica cupola metallica a punta. Visita del vicino villaggio di Krasnaya Sloboda dove vive una particolare comunità ebraica che si riunisce in due sinagoghe. Visita di un laboratorio tradizionale che produce i famosi tappeti di Quba. Rientro a Baku
Visita di Quba, una tranquilla cittadina che sorge sulla cima di una parete rocciosa in posizione dominante rispetto al fiume Qudiyalcay. Passeggiata lungo le silenziose vie fiancheggiate dalle case russe del XIX secolo e da numerose moschee come la variopinta Moschea di Haci Cafar e la singolare Moschea di Cuma, a pianta ottagonale, con la caratteristica cupola metallica a punta. Visita del vicino villaggio di Krasnaya Sloboda dove vive una particolare comunità ebraica che si riunisce in due sinagoghe. Visita di un laboratorio tradizionale che produce i famosi tappeti di Quba. Rientro a Baku nel pomeriggio e visita del futuristico centro culturale Heydar Aliyev Center (chiuso il lunedì), simbolo della moderna Baku.Pranzo libero, cena in hotel o ristorante locale. Pernottamento in hotel.
Giorno 10
In volo per il Nakhchivan: la culla della cultura azera
Trasferimento mattutino all’aeroporto per l’imbarco sul volo di linea per Nakhchivan (circa 50 minuti). Arrivo, accoglienza e trasferimento in hotel. La piacevole cittadina di Nakhchivan (870 m) sorge su un basso altopiano affacciato sul bacino di Araz Su e offre vasti, anche se distanti, panorami sull’Iran e sul Monte Ararat, particolarmente apprezzabili dai suoi tranquilli e ombrosi parchi. Visita dei principali siti d’interesse. L’imponente Mausoleo di Momina Khatun, il simbolo della città nonché uno dei monumenti più famosi dell’Azerbaijan. Una grande torre
Trasferimento mattutino all’aeroporto per l’imbarco sul volo di linea per Nakhchivan (circa 50 minuti). Arrivo, accoglienza e trasferimento in hotel. La piacevole cittadina di Nakhchivan (870 m) sorge su un basso altopiano affacciato sul bacino di Araz Su e offre vasti, anche se distanti, panorami sull’Iran e sul Monte Ararat, particolarmente apprezzabili dai suoi tranquilli e ombrosi parchi. Visita dei principali siti d’interesse. L’imponente Mausoleo di Momina Khatun, il simbolo della città nonché uno dei monumenti più famosi dell’Azerbaijan. Una grande torre in mattoni, leggermente inclinata, alta 26 metri, decorata con motivi geometrici e iscrizioni in caratteri cufici che risaltano su lucenti piastrelle turchesi. Situato nell’omonimo parco, il mausoleo, risalente al 1186, ospitava la tomba del capostipite della dinastia Atabey, Shemseddin Eldeniz, insieme a quella della sua amata moglie, da cui il mausoleo prende il nome. Visita della Khan's House: questa casa, costruita in armonia con lo stile architettonico orientale dei secoli XVIII e XIX, era la dimora del sovrano Rahim khan. La casa ha un seminterrato e otto ampie stanze e si trova nel quartiere di Galaim Gala (vecchia fortezza), a 50-60 metri dalla tomba di Momina Khatun. La casa è posizionata su un'alta collina chiamata "altezza Khan" da cui si gode di una magnifica della città. Il Palazzo di Ehsan Khan, il monarca che regno a Nakhchivan nel XVIII secolo, che vanta interessanti vetrate e un bel colonnato esterno. L’Imamzade, un massiccio complesso funerario in mattoni, sormontato da una semplice cupola smaltata di blu, dove un tempo venivano sepolti i khan. La Tomba di Yusif Ibn Kuseyir, un’appuntita torre funeraria a pianta ottagonale eretta nel 1162. La Fortezza di Alinja, costruita sulla cima di una montagna nei pressi di Nakhchivan, una delle più importanti strutture difensive del XII secolo, quartier generale della dinastia degli Abatey per fronteggiare gli attacchi di Tamerlano tra il 1386 e il 1399. Pranzo libero, cena in hotel o ristorante locale. Pernottamento in hotel. Il Nakhchivan, la culla della cultura e della storia azere, è attualmente una striscia di terra isolata dal resto dell’Azrbaijan, incuneata in una difficile posizione tra l’ostile Armenia e l’indifferente Iran. La sua economia si regge grazie ai pochissimi chilometri di confine con la Turchia e ai numerosi collegamenti aerei con Baku. La leggenda narra che la città di Nakhchivan sia stata fondata addirittura da Noè, la cui arca si sarebbe incagliata sulla cresta dell’allora sommerso Monte Ilandag (Montagna del Serpente, 2.415 m) prima di approdare sul vicino Monte Ararat. Nel XII secolo Nakhchivan era una delle tre capitali della dinastia degli Atabey, che controllava gran parte della Persia occidentale. In epoca medievale prosperò come importante centro di scambi mercantili. Nel XVIII secolo fu la capitale di un importante khanato. Successivamente, come molti khanati azeri, anche il Nakhchivan fu assorbito dall’impero russo dopo una serie di guerre combattute tra la Russia e la Persia a cui mise fine il trattato di Turkmenchay nel 1928. Nel breve periodo in cui l’Azerbaijan fu indipendente, tra il 1918 e il 1920, la repubblica si estendeva da Baku a Nakhchivan. Agli inizi dell’epoca sovietica la politica del “divide et impera”, voluta da Lenin, assegnò all’Armenia la provincia di Zangezour isolando così il Nakhchivan dal resto dell’Azerbaijan. Nel 1924 Nakhchivan venne dichiarato Repubblica Socialista Sovietica Autonoma. Nel gennaio del 1990, quando l’Unione Sovietica cominciò a disgregarsi, il Nakhchivan fu la prima repubblica sovietica a dichiarare formalmente la propria indipendenza. Ma l’indipendenza non durò a lungo e presto il Nakhchivan venne riannesso al resto dell’Azerbaijan rimanendone ancora oggi parte integrante anche se come enclave.
Giorno 11
Il nord di Nakhchivan, tra il villaggio di Garabaghlar, il sanatorio di Duzdagh e la Grotta di Ashab-i-Khef
Dopo la prima colazione partenza verso nord per il villaggio di Garabaghlar per la visita del famoso Mausoleo di Garabaghlar, una torre in mattoni del XIV secolo, incrostata di smalto blu, che ospita la tomba di una delle mogli del grande dominatore mongolo-persiano Hulugu Khan. Sulla via del ritorno sosta a Duzdagh per la visita di un interessante sanatorio ricavato in una miniera di sale abbandonata, un ambiente decisamente adatto per curare i pazienti che soffrono di asma e bronchite. Si prosegue per la Grotta di Ashab-i-Khef che è in qualche modo collegata alla leggenda dei “Sette
Dopo la prima colazione partenza verso nord per il villaggio di Garabaghlar per la visita del famoso Mausoleo di Garabaghlar, una torre in mattoni del XIV secolo, incrostata di smalto blu, che ospita la tomba di una delle mogli del grande dominatore mongolo-persiano Hulugu Khan. Sulla via del ritorno sosta a Duzdagh per la visita di un interessante sanatorio ricavato in una miniera di sale abbandonata, un ambiente decisamente adatto per curare i pazienti che soffrono di asma e bronchite. Si prosegue per la Grotta di Ashab-i-Khef che è in qualche modo collegata alla leggenda dei “Sette dormienti di Efeso”. Risalendo una serie di gradini scavati nella roccia in uno stretto canyon si sbuca di fronte a una minuscola grotta dalle pareti annerite dove un tempo vivevano sette leggendari santoni. Arrampicandosi lungo un’altra scalinata si possono visitare altre grotte decisamente più grandi, alcune aree di preghiera e due piccolissimi santuari. Rientro a Nakhchivan e visita del Museo Storico e del Museo dei Tappeti. Pranzo libero, cena in hotel o ristorante locale. Pernottamento in hotel. La leggenda dei “Sette dormienti di Efeso”.La leggenda è una delle più fiabesche nel campo dell’agiografia cristiana: racconta che Decio, durante uno dei suoi viaggi in Oriente, si fermò ad Efeso e convocò insieme ad altri cristiani sette giovani i quali, dopo diversi interrogatori, furono murati vivi per ordine imperiale in una grotta dove si erano rifugiati per sfuggire all’oppressione e lì furono colti da morte apparente. Si risvegliarono quasi duecento anni dopo, credendo di aver dormito una sola notte e testimoniando la tangibilità della resurrezione dei morti. Quindi si spensero e furono sepolti nella grotta stessa. La leggenda di origine cristiana, santificata dall’autorità coranica, è entrata in seguito a far parte della più pia tradizione musulmana con la diciottesima sura del Corano detta per l’appunto “sura della caverna”.
Giorno 12
Nakhchivan - Italia
Prima colazione e trasferimento privato, di mattina presto, per l’aeroporto. Volo di rientro con volo di linea via scalo internazionale e arrivo in Italia nel pomeriggio.