Pakistan Sud
Uno straordinario viaggio che si sviluppa da Karachi, sul Mar Arabico, a Peshawar, ai confini con l’Afghanistan, nella provincia della Frontiera del Nord-Ovest. Dalla provincia meridionale del Sindh, che deriva il suo nome da “Sindhhu”, l’antica denominazione sanscrita dell’Indo, il grande fiume che divide in due la regione donandole fertilità e vita, al Punjab, “cinque acque”, la provincia più fertile e verdeggiante del Pakistan, attraversata da cinque fiumi e abitata dalla metà dell’intera popolazione del paese. Un itinerario che spazia dall’affascinante scoperta delle antiche civiltà della Valle dell’Indo a quella della raffinata arte buddhista del Regno Gandhara. Da sud a nord tra i siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO: la necropoli di Makli Hill, le rovine di Mohenjodaro, il Forte e i Giardini Shalimar di Lahore, il Forte Rohtas, i siti di Taxila e Takht-i-Bhai. Paesaggi desertici, incantevoli architetture moghul, mausolei e moschee, favolosi bazar, tradizioni antichissime, tra cui quelle cariche di mistero che si rifanno al sufismo, il misticismo islamico, nonché una cordiale e affettuosa accoglienza da parte delle popolazioni locali… Negli ultimi anni, a causa della precaria situazione interna, il Pakistan è stato scelto come meta solo dai viaggiatori più intrepidi, ma ora che il paese ha risolto gran parte dei suoi problemi ciò si tramuta in un grosso vantaggio se si considerano gli effetti negativi che il turismo di massa ha avuto su altre regioni dell’Asia.
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La civiltà dell’Indo
Due millenni prima di Roma, nella valle del fiume Indo, viveva un popolo pacifico e senza re, con grandi città e una lingua ancora tutta da decifrare.Non avevano re, né sacerdoti, né armi: ma non era importante, visto che di guerre non ne facevano. In compenso questo antichissimo popolo costrui¬va le città più evolute del mondo, corredate di rete idrica e fognaria, mentre nella stessa epoca la quasi totalità degli esseri umani viveva in capanne di fango. Una leggenda? No, stiamo parlando della civiltà dell’Indo, esistita più di quattromila anni fa. Fioriva quando in Egitto si innalzavano le grandi piramidi e in Mesopotamia troneggiavano i palazzi del potere. Delle prime tre grandi civiltà della storia, quella dell’Indo è in effetti la più misteriosa, oltre che la più estesa. Occupava un milione di chilometri quadrati, con 5 milioni di abitanti e oltre 1.000 centri abitati finora venuti alla luce. Non è ancora chiaro chi la costruì e resta indecifrata la sua scrittura. Questa civiltà si diffuse in Pakistan e nell’India Occidentale fra il 2600 e il 1900 a.C., lungo il fiume Indo e i suoi affluenti. «Le città ospitavano fino a 50mila abitanti, in case e condomini a due piani, con una progettazione urbanistica che metteva in primo piano l’igiene», spiega l’indologo Giuliano Boccali dell’Università degli Studi di Milano. «Venivano progettate a pianta squadrata, con reti fognarie di tubazioni sotterranee. I collettori di scarico partivano direttamente dalle abitazioni, dove erano disponibili le prime toilette con risciacquo della storia». La cosa più incredibile, però, è che non sono stati trovati né templi né palazzi rea¬li, anche se tutto sembrava organizzato da un apparato centrale, forse composto di tecnici. Chi era dunque il popolo geniale che fondò questa civiltà? Che lingua parlava? Perché non si riesce a decifrare la sua scrittura?
Prezzi
Spese accessorie da aggiungere:
– tasse aeree, spese pratica, visto, circa € 510
– assicurazione di viaggio e annullamento (vedi programma dettagliato)